BENVENUTI A TUTTI!

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Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

sabato 27 luglio 2013

AVVENTURA IN MADAGASCAR di Arianna M.

Ciao, sono Arianna, una ragazza timida e piuttosto studiosa. Ho deciso di scrivere una storia d'avventura perché mi piace questo genere. Spero piaccia anche a voi!

Alexandra è una giovane ragazza tunisina con splendidi occhi marroni e i capelli biondi, fino a pochi giorni prima che inizi la sua avventura faceva la cameriera in un albergo, ma è stata licenziata perché iniziava il suo turno sempre in ritardo a qualsiasi ora fosse fissato.
Era più forte di lei, non riusciva proprio a dar retta alla sveglia e neppure all'orologio!
La sua amica Lisa glielo ripete spesso:
Sbrigati che farai tardi!”, ma Alexandra proprio non ci sente da quell'orecchio. 
Cosa faccio ora?”, chiese Alexandra alla sua amica mentre le stava riempiendo un bicchiere di coca-cola alla spina dietro il bancone. 
Ti trovi un altro lavoro, semplice!”, rispose Lisa che faceva la barista da oltre un anno nello stesso posto, ovvero quello dove ora si trovavano. 
Certo! Semplice!”, Alexandra era piuttosto depressa. 
Se ti metti a cercare lavoro con quell'umore di certo non lo trovi, amica mia...”, sospirò Lisa. 
Perché non partiamo? Ci facciamo una vacanza finalmente, ne parliamo da un po', ma a causa del lavoro non ce la siamo mai potuta fare... ora però...”
Alexandra la guardò come se fosse una buona idea e Lisa decise di stare al gioco: 
Certo! È il momento migliore per partire... perché non andiamo in Madagascar?” 
Fantastico!”, strillò Alexandra, “Dammi un'ora e ritorno qui con tutto l'occorrente!”
Lisa non fece neppure in tempo a dirle che stava scherzando che già la sua amica era sparita. 
E' impazzita”, bofonchiò Lisa e ritornò dai suoi clienti.

Alexandra ritornò come promesso dopo poco più di un'ora con un bel pacco di depliants di viaggio dedicati al Madagascar e... due biglietti d'aereo già prenotati per la settimana successiva!
Alex ma tu sei pazza! Io stavo scherzando!” 
Lo so”, rispose ridendo, “ma è un'ottima idea e vedrai che non te ne pentirai!”
Avrebbe voluto strozzarla, ma più ci pensava e più le cresceva la voglia di scappare da lì e andare in quel luogo meraviglioso.
Va bene”, disse dopo aver servito un cliente scorbutico e maleducato, “mollo tutto e si parte!” 
Evviva!”, gridò Alexandra e le due amiche si abbracciarono felici.

Come da programma la settimana successiva salirono sul volo diretto alla capitale, Antananarivo, pronte per lanciarsi alla scoperta dell'isola e delle sue meraviglie.
Arrivarono nel tardo pomeriggio e una volta raggiunto l'hotel ebbero giusto il tempo di farsi una doccia veloce e di andare a cena, erano stanchissime, ma felici e per il giorno dopo avevano un programma ricchissimo.
Domani andiamo alla ricerca dei lemuri”, disse Lisa mentre stavano rientrando nella loro camera. 
Non vedo l'ora!”, rispose Alexandra, poi si buttò sul letto e si addormentò come un sasso e vestita di tutto punto.
La mattina seguente si svegliarono di buonora, si vestirono come fossero delle esploratrici navigate e chiesero alla reception se ci fosse disponibile una guida locale che le potesse accompagnare a scoprire i luoghi più belli dell'isola.
Conobbero quindi Sam, un ragazzino sveglio e sorridente, che quando le vide sorrise ancora di più. 
Vogliamo vedere i lemuri”, disse Lisa al ragazzo e lui rispose: 
Non c'è problema!”
In effetti la riserva naturale dove vivevano tutte le specie protette dell'isola era uno spettacolo difficilmente descrivibile, erano ore che camminavano tra i sentieri e la vegetazione fitta, ma di lemuri neppure l'ombra. 
Avevi detto “non c'è problema”, Sam... ma dove stanno questi lemuri?”
Sam alzò le spalle sorridendo, mica erano cagnolini i lemuri, si nascondevano quando i turisti passavano.
Questa spiegazione le deluse parecchio. Sam le lasciò un po' sole per riposarsi sotto una palma del viaggiatore.
Mentre stavano chiacchierando lamentandosi della mancanza dei lemuri, le due ragazze udirono dei suoni soffocati e delle imprecazioni a bassa voce provenire da un punto poco lontano da loro. Senza dire una parola si avvicinarono restando però nascoste e videro due uomini che stavano catturando un piccolo lemure con un sacco di iuta. Fecero appena in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo che già i due farabutti erano spariti.
Mamma lemure uscì allo scoperto chiamando con gemiti da spezzare il cuore il suo cucciolo, ma non c'era più nulla da fare.
Lisa e Alexandra si guardarono e decisero che quell'ingiustizia ai loro amici lemuri non si poteva perdonare quindi... scattarono all'inseguimento del piccolo senza pensare al rischio che stavano correndo.
Sono andati da quella parte!”, disse un ragazzo che probabilmente aveva intuito qualcosa e si era unito a loro nell'inseguimento. 
Si può sapere cos'avevano nel sacco?”, chiese l'amico del ragazzo mentre correvano cercando di non inciampare nelle radici degli alberi e nelle liane. 
Un cucciolo di lemure!”, risposero Lisa e Alexandra in coro. 
Allora dobbiamo prenderli e farli neri!”, risposero i ragazzi.
La corsa ad un certo punto finì, erano finiti i sentieri... dei due tipi non c'era traccia. 
Non possono essere lontani”, disse Lisa. 
Sono solo bravi a nascondersi, ma noi siamo in quattro e siamo più furbi quindi...”, il ragazzo le sorrise, “a proposito, io sono Max e lui è Peter.” 
Ciao Max, ciao Peter... io sono Lisa e lei Alexandra...” 
E siamo molto arrabbiate... dobbiamo salvare quel cucciolo!”, Alexandra non voleva mollare. 
Aspettate, state zitti... lo sentite anche voi?”
Un rumore di avviamento di un motore, proveniva da dietro la roccia che stava loro di fronte. 
Andiamo!”, ordinò Max.
Uno dei tipi stava alla guida di un camioncino che aveva come carico molte gabbiette con dentro diverse specie di cuccioli.
Il suo complice stava caricando le ultime gabbie e nessuno dei due si era accorto di essere spiato. 
Tu e Lisa state qui, io e Max andiamo a stenderli con un pugno!”, disse Peter. 
Neanche per sogno”, rispose Lisa, “noi ci occupiamo di uno e voi dell'altro...” e senza aspettare risposta si lanciarono contro quello che stava facendo il carico.
Con un bel calcio e una mossa imparata nel corso di difesa personale le due ragazze riuscirono a buttare a terra l'uomo e gli si sedettero sopra la schiena per immobilizzarlo.
Max e Peter invece bloccarono il tipo alla guida, e con un pugno lo tramortirono. 
Bel colpo ragazzi!”, Sam era proprio lì davanti a loro e stava saltellando sul posto come se avesse appena assistito alla scena di un film. 
Si può sapere cosa stai a fare lì impalato? Dacci una mano!”, sbottò Lisa che aveva paura che il tipo sdraiato sotto di loro potesse liberarsi. 
Nessun problema”, rispose Sam, “polizia arriva tra poco!”

Infatti dopo pochi minuti eccoli lì gli agenti della forestale che ammanettati i bracconieri si congratularono con i quattro ragazzi.
Non male come primo giorno di vacanza!”, disse Lisa ridendo. 
Te l'avevo detto che non te ne saresti pentita”, le rispose Alexandra.
I due ragazzi le guardarono come aspettandosi qualcosa:Neppure un grazie per noi? Eppure senza di noi vi sareste messe davvero nei guai!”, si lamentarono. 
Questo non è detto, ma comunque grazie per l'aiuto”, disse Alexandra, “se volete potete unirvi a noi per la cena...”
Lisa non poteva credere alle sue orecchie, certe volte Alexandra era veramente invadente! 
Volevamo infatti invitarvi... noi”, disse ridendo Max. 
Ma visto che ci avete anticipato la richiesta... non possiamo che... accettarla”, aggiunse Peter.
Le ragazze ne furono felici e quelle vacanze furono davvero indimenticabili, per tutti loro.
Lisa e Alexandra, infatti, decisero di restare per un po' in quell'isola da sogno, assieme a quelli che sarebbero diventati entro breve tempo i loro mariti.
E vissero tutti felici e contenti!

sabato 6 luglio 2013

LA CITTA' MARINA di Lorenzo B.

Il mio nome è Lorenzo e mi piacciono molto gli animali acquatici, in particolare gli squali, per questo il mio racconto parla proprio di loro! 
PS: la forma che ho scelto è simile a quella di un soggetto cinematografico visto che amo i film.




PRIMA PARTE
Nel profondo del mare, dove gli uomini non possono arrivare, esiste una città minacciata da forze oscure.
Il nome di questa città è Squalolandia, qui vivono tutti gli squali e un gruppo di essi sono scelti apposta dal Re per difendere l'intera comunità.
Il nome del loro gruppo è “gli squali bianchi”, i loro nomi sono: Gordon, Sauro, Rolfo, Eracolo, Lorenzo, Mat, Flip, Bronk e Cait.
Questi squali sono i più forti, i più veloci e i più intelligenti, ma anche loro alcune volte commettono errori molto gravi, che scopriremo procedendo con la nostra storia.
Gli squali bianchi erano stati scelti da Re Reginal catturato e trasformato in pietra dai granchi e dai pesciragno.
Reginal governava il regno con serietà e in modo onesto, e dalla sua scomparsa tutta Squalolandia andò nel panico.

SECONDA PARTE
L'unico punto in cui si vedeva la sabbia era la famosa base dei granchi e pesciragno.
Un giorno dalla base uscirono prima i pesciragno e poi i granchi, marciarono per andare a conquistare le ultime due città prima della fine di Squalolandia.
La loro strategia di battaglia era così forte che nessuno poteva eguagliarla.
Conquistarono tutte e due le città come se per loro fosse stato solamente un gioco. Avevano deciso quale sarebbe stato il loro prossimo passo da compiere: distruggere Squalolandia.
Quando arrivarono si misero nella posizione della battaglia e cominciarono a distruggere a tutto spiano.
Il gruppo degli squali bianchi cercò di pensare ad un piano molto velocemente, ma Cait con la sua presunzione e la sua rabbia partì alla carica senza dire la parola magica (che avrebbe fatto comparire una lancia) e totalmente disarmato si buttò nella mischia.
Con un colpo venne trasformato in pietra.

TERZA PARTE
Gli amici di Cait andarono subito ad aiutarlo. Si divisero: quattro andarono a combattere mentre gli altri quattro andarono ad aiutare Cait, lo portarono alla base operativa dove lo adagiarono sul letto e si presero cura di lui.
Gli altri quattro squali che stavano combattendo tornarono alla base privi di forze. Uno di loro, Rolfo, pensava alla città e a quanto la amava, non poteva sopportare che venisse distrutta, allora disse ai suoi compagni di scappare perché lui aveva deciso di sacrificarsi per salvare tutti.
Quando il gruppo se ne andò, Rolfo si lanciò contro i pesciragno e con una lancia si trafisse il cuore, era quello l'unico modo per far esplodere la lancia.
Qualche minuto dopo ci fu un'enorme esplosione e molti granchi e pesciragno morirono.
Le ultime parole di Rolfo lo squalo-eroe erano state: 
Per il mio gruppo e per la mia città!”
Gli ultimi pesciragno e granchi rimasti, che erano comunque molti, tornarono alla base credendo di aver vinto, ma non era affatto così!


QUARTA PARTE
I pesciragno quando furono alla base, al sicuro, vennero convocati dal Re Pesceragno, perché voleva sapere se avessero compiuto la loro missione.
Loro risposero con un sorriso maligno.
Granchi e pesciragno insieme al loro re tornarono sul luogo dell'accaduto per vedere se tutto andasse bene.
All'improvviso un granchio disse: 
Adesso che non c'è più niente da distruggere chi comanderà?”
Senza pensarci su neanche un istante i pesciragno risposero: 
Noi!”
Bastò questo a scatenare una tremenda battaglia tra le due specie, e di questo ne approfittarono gli squali bianchi che, carichi com'erano di rabbia, sbaragliarono i due eserciti con facilità.
Ma non era ancora finita, purtroppo, dovevano ancora sconfiggere il terribile Re dei pesciragni.
Una volta sistemato lui tutto sarebbe ritornato alla normalità.

QUINTA PARTE
Gli squali bianchi si lanciarono all'attacco della base dei pesciragno e lì trovarono il loro Re.
La battaglia cominciò e Flip e Bronk vennero schiantati contro le mura della torre.
Allora i loro amici agilmente schivarono gli attacchi del Re Pesceragno con le lance lo colpirono in mezzo agli occhi e lui accecato perse la direzione.
Gli squali ne approfittarono e lo colpirono senza pietà, finché non esplose.
Tutte le anime trasformate in pietra tornarono nei loro corpi e con il passare del tempo ricostruirono la città marina.