Peter era un simpatico ragazzo di
dodici anni. Era abbastanza alto e robusto, molto veloce e agile come
uno scoiattolo.
Nel viso tondo e colorito
risaltavano gli occhi grandi e vispi, azzurri come il cielo; i
capelli ricci color rame gli davano un tocco selvaggio.
Viveva con i genitori a Grindelwald,
un paesino ai piedi delle Alpi Svizzere dove il papà gestiva alcune
malghe.
Peater fin da piccolo seguiva il
papà nel lavoro; all'età di quattro anni aveva imparato a pascolare
le mucche in compagnia del suo fedele cane da pastore Dalì.
Ora poteva da solo dare il fieno
alle mucche, mungere a mano, fare il burro e lavorava nei campi
soprattutto d'estate e nei fine settimana.
Era particolarmente socievole: tutti
in paese lo conoscevano ed egli conosceva tutti e chiacchierava con
chiunque lo avvicinasse.
Agli anziani si rivolgeva in
dialetto per parlare di animali, di caccia, di piante, con le signore
commentava il tempo, ai bambini permetteva di accarezzare i cuccioli
di cane, gli agnellini e i vitellini.
Andava a scuola volentieri anche se
soffriva a stare per più di due ore in un luogo chiuso; per questo i
professori gli concedevano di fare quattro passi in cortile ogni
tanto.
Peater aveva un grande sogno, voleva
diventare un veterinario per poter curare e far nascere gli animali
che adorava.
In una notte di inverno, buia e
nevosa, stava aiutando il papà a intagliare il legno quando
sentirono bussare alla porta.
Il padre, Piero, mandò Peater ad
aprire; si trovò davanti tre uomini con indosso giubbotti di pelle e
cuffie di pelo. Dalle loro spalle pendevano fucili, nella cintura
erano infilati coltelli.
Peater restò sbalordito, ma il più
anziano dei tre lo rassicurò che non volevano fargli del male; il
ragazzo chiamò il padre al quale chiesero ospitalità per quella
notte.
Piero, sapendo che c'era in arrivo
una bufera di neve rispose subito di sì e li fece accomodare nella
camera degli ospiti.
Peater era rimasto impressionato da
quei strani tipi, nel recarsi a dormire si fermò a origliare dietro
alla loro porta e li sentì bisbigliare:
“Li
beccheremo domani ai piedi del San Gottardo.”
“Sarà
un gioco da ragazzi intrappolare quegli stupidi cervi!”
Peater
capì in quell'istante che si trattava di bracconieri: doveva
avvisare subito il suo amico Jon.
“Pronto,
Jon, ho bisogno di parlarti, una questione urgente. Vediamoci
davanti alla chiesa tra dieci minuti.”
“Come
faccio ad uscire senza farmi beccare dai miei genitori, Peater?!”
“Usa
il solito modo! Esci dalla finestra e calati dall'albero, ha sempre
funzionato!”
“Va
bene... arrivo.”
Peater
si imbacuccò, uscì dalla casa senza far rumore e si diresse
all'appuntamento. Arrivato, Jon gli chiese cosa ci fosse di tanto
urgente e l'amico gli raccontò tutto.
Decisero
di mettere a punto un piano per fermare quei cacciatori di frodo.
Peater
non chiuse occhio per tutta la notte al pensiero di ciò che lo
aspettava il giorno successivo; non appena sentì rumori e voci
provenire dalla camera dei tipi si preparò e spedì un messaggio a
Jon.
Una mezz'ora più tardi i due amici
stavano percorrendo una stradina di montagna a una distanza adeguata
dai bracconieri che controllavano i dintorni con un binocolo.
Camminarono per ore e ore,
affondando nella neve, nascondendosi tra le rocce, attenti a non
farsi scorgere e preoccupati di perdere di vista i tre uomini.
Quando questi si fermarono, Jon
cercò di capire, leggendo con attenzione la mappa, dove si
trovavano.
Non avevano dubbi: erano ai piedi
del San Gottardo.
Jon telefonò ad un suo amico,
agente della Guardia Forestale, il quale comunicò che li avrebbe
raggiunti entro tre ore perché il loro mezzo era bloccato al Passo
dell'Orso a causa di una bufera di neve.
Peater con il binocolo teneva
d'occhio i bracconieri; in lontananza scorse altre due figure che si
dirigevano verso di loro.
Dopo un po' li vide unirsi alla
combriccola e confabulare con loro ad ampi gesti, stavano mettendo a
punto il loro diabolico piano!
Di lì a poco li videro dirigersi
ognuno in un punto diverso: appostandosi come d'accordo.
I due ragazzi decisero di muoversi
portandosi il più vicino possibile agli uomini fino a ritrovarsi
nascosti dietro ad un masso.
Peater si accorse che il più
anziano aveva imbracciato il fucile e stava prendendo la mira;
afferrò la sua mitica fionda e scagliò con tutta la sua forza e la
precisione di cui era capace un sasso che centrò il bersaglio
colpendo l'uomo al braccio.
Anche Jon fece lo stesso con l'altro
cacciatore.
Disorientati, barcollarono entrambi
e caddero a terra; i due ragazzi li raggiunsero di corsa, li legarono
e li imbavagliarono.
Erano ora indecisi sul da farsi,
sentirono degli altoparlanti che intimavano l'alt:
“Corpo
forestale, gettate le armi e arrendetevi!”
Incredibile!
Erano arrivati proprio al momento giusto!Gli
agenti, dopo aver ammanettato i delinquenti, si congratularono con i
due amici e proposero loro di entrare a far parte della loro
pattuglia.Peater
e Jon accettarono l'incarico a patto che i turni li facessero sempre
insieme, e da quel momento diventarono piuttosto famosi nelle
montagne dove vivevano.