BENVENUTI A TUTTI!

BENVENUTI A TUTTI!
Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

mercoledì 7 agosto 2013

IL REGNO DELLE STELLE di Asia Ilaria Z.

Mi chiamo Asia, amo molto i racconti di avventura e fantasy, ma anche quelli classici (non troppo!). Sono anche una ragazza scherzosa a cui piace molto stare in compagnia degli amici e ridere insieme a loro, anche se sono un po' permalosa. Con il mio racconto vorrei farvi vivere le diverse emozioni che provo io, sperando vivamente che il mio racconto vi appassioni!




Avete mai visto la nebbia? Chi l'avrà vista sicuramente saprà quanto poco ci si vede e quanti pericoli porta con sé: in terra, in mare, in cielo. Immaginatevi un regno immerso nella nebbia per 365 giorni l'anno, senza mai poter scorgere il cielo, senza poter distinguere un albero da una casa!
Questo luogo si chiamava Regno Senza Stelle, e in questo regno si ergeva, in una grande distesa d'erba, un castello con mura alte e molte torrette che dominavano il villaggio, lì viveva il Principe Corin. Tutt'intorno c'erano piccole case sparse qua e là, in mezzo alla nebbia ovviamente.
Il grande tormento del Principe Corin e dei suoi sudditi era quello di non poter vedere le incantevoli stelle nell'immenso blu della notte, questo a causa della nebbia che impediva addirittura di capire in certi momenti se era giorno oppure notte. Al Regno Senza Stelle mancavano i sogni, quelli che tutti fanno quando alzano lo sguardo al cielo, specialmente in una notte stellata. La malinconia era l'unico sentimento che conoscevano e la nebbia li copriva come una coltre soffocante.
Oltre il Regno Senza Stelle, invece, c'erano distese di boschi, con laghetti e paludi e zone oscure, e mano a mano che si saliva il pendio della montagna si veniva abbagliati dall'imponenza del Castello Perlaceo, dove viveva Re Fergus del Regno delle Stelle.
Era davvero un luogo incantato, la posizione privilegiata sull'altura della Montagna di Stelle aveva permesso loro di approfondire gli studi del cielo e il Regno poteva vantare tra i propri sudditi i più grandi astronomi viventi. Grazie al loro Telescopio delle Stelle, una potentissima e sofisticata macchina frutto di un ingegnoso progetto d'ingegneria stellare, potevano studiare i misteri dell'Universo senza neppure muoversi dal castello. Un prodigio!
Il Principe Corin e Re Fergus non andavano molto d'accordo, in realtà il Principe Corin aveva provato a chiedere udienza a Re Fergus, ma questi lo aveva sempre ignorato. Il Principe Corin avrebbe voluto chiedere agli astronomi di corte un Telescopio delle Stelle da donare ai suoi sudditi che mai ne avevano vista neppure una, ma Re Fergus era geloso del suo tesoro e non ne voleva sapere di condividere il sapere del suo regno con nessuno.

Gli abitanti del Regno Senza Stelle desideravano immensamente quel magico e glorioso oggetto che avrebbe donato loro quelle piccole fiamme che punteggiano timidamente il cielo, e il Principe Corin era deciso a realizzare il sogno del popolo , che era anche il suo sogno.
Il piano di Principe Corin era semplice, voleva evitare conflitti e guerriglie, quindi aveva progettato un furto.
Sarebbe partito con una scorta di sette uomini a cavallo, sarebbe entrato furtivamente nel Castello Perlaceo, approfittando dei sonnellini delle guardie di corte durante il turno di notte, con due dei suoi uomini, avrebbe raggiunto l'osservatorio astronomico dove il Telescopio delle Stelle veniva custodito e se ne sarebbe appropriato fuggendo a gambe levate prima che chiunque al castello se ne accorgesse. Semplice, vero?
In realtà, non fu così semplice: per raggiungere la Montagna delle Stelle il Principe Corin e la sua scorta dovettero affrontare le paludi malsane e le zone infestate dai rettili che c'erano in mezzo, rischiando la vita più volte. Dopo giorni e giorni di pericoli scampati, giunsero di fronte alle alte mura pietrose che proteggevano il Palazzo Perlaceo. Le maestose Torri erano piene di sentinelle pronte a dare l'allarme per qualsiasi piccolo movimento sospetto, il Principe Corin lanciò uno sguardo d'intesa a due dei suoi:
Uomini, è ora d'agire!”
Scelsero il punto meno esposto e come dei gatti, Corin e altri due, iniziarono la scalata delle mura. Riuscirono a introdursi nell'ampio cortile del Castello, fino ad arrivare ad una delle finestre del piano terra che riuscirono a forzare.
Davanti a loro si aprì un lunghissimo corridoio, alle pareti c'erano decine e decine di ritratti d'epoca a testimonianza della gloriosa storia della casata reale dei Fergus. Come delle ombre, Corin e i suoi, si muovevano senza far rumore, di piano in piano, fino a raggiungere la cupola dell'osservatorio.
Prima di entrare Corin prese un profondo respiro, tensione ed emozione mescolate insieme non dovevano togliergli la lucidità dell'azione o sarebbe stata la fine per tutti.
La stanza circolare era buia, vuota, se non fosse stato per il cielo rischiarato dalla luce della Luna non si sarebbe potuto notare il piedistallo al centro dove era sistemato lo splendido Telescopio delle Stelle. Era di un colore blu intenso come la notte con delle bordature d'oro puro. Rimasero alcuni secondi ad ammirarlo e poi passarono alla seconda parte del piano. Lo smontarono in tre pezzi e lo sistemarono nei tre sacchi, facendo attenzione a non danneggiarlo.
Uscirono dall'osservatorio, la porta emise un cigolio inquietante, e ripresero la strada dell'uscita. Il silenzio del luogo era rotto di tanto in tanto dal russare regale di Re Fergus, cosa che li rassicurò.
Riuscirono a raggiungere la finestra da cui erano entrati e si sentivano già al sicuro, però... le cose vanno sempre come meno ce l'aspettiamo, infatti in pochi istanti il piano perfetto andò in fumo!
Una guardia un po' troppo scrupolosa, durante il suo giro d'ispezione decise di spingersi fino a quella finestra in fondo al grande corridoio e vide tre figure che stavano sgattaiolando fuori con tre grossi sacchi sulle spalle. Il soldato li guardò esterrefatto, ma si riprese subito per dare l'allarme e svegliare tutto il castello.
"Intrusi al Castello! Ladri, ala Est, piano terra!"
Corin e la sua scorta misero le ali ai piedi, raggiunsero i loro cavalli e galopparono a più non posso verso il Regno Senza Stelle, seminando i tremendi arcieri di Re Fergus che scagliavano le loro taglienti frecce per colpirli senza pietà.
La fuga attraverso le paludi e i boschi fu ancora più dura di quel che si sarebbero aspettati, arrivarono al Palazzo Reale malridotti ed esausti, soldati e cavalli.
Il Principe Corin non perse tempo, ordinò che il vecchio Tolomeo fosse chiamato subito, anche se era notte fonda, doveva assolutamente iniziare lo studio del Telescopio, non c'era tempo da perdere.
Il vecchio Tolomeo era lo studioso più rispettato del Regno, un'eminenza in campo scientifico, viveva come un eremita immerso nello studio dei testi antichi giorno e notte. Si stupì di questa convocazione, tanto che sbarrò gli occhi e ammutolì quando scoprì il motivo di tanta fretta.
Il Principe Corin ordinò che il Telescopio fosse rimontato sotto gli occhi del vecchio Tolomeo, che ad occhi sbarrati vedendo il genio di una macchina così magnifica iniziò a tremare per l'emozione:
Vedi, vecchio Tolomeo, questo è il Telescopio delle Stelle, come tu stesso hai già capito, sottratto al Regno delle Stelle con grande rischio, superando ostacoli difficili da descrivere... Finalmente ora potrai studiarlo da vicino, riportare i tuoi studi al progetto originale e da lì costruirne uno soltanto per noi!” 
Sì, mio Sovrano, per fare questo abbiamo bisogno di spostarci nel luogo che tu sai. Tutto è pronto.”
Il Telescopio delle Stelle venne trasportato immediatamente sulla sommità di una grandissima piramide a gradoni costruita proprio al centro del villaggio. Issarono l'oggetto prezioso al settimo gradone, con grandi sforzi visto la delicatezza dell'operazione, dove c'era una piattaforma quadrata e fissarono il Telescopio al suo supporto. Lo posizionarono perfettamente al centro, e con bramosia il vecchio Tolomeo avvicinò i suoi occhi malandati alla potentissima lente per immergersi in uno spettacolo che gli tolse il respiro.
Nel blu della notte si resero evidenti milioni di puntini luminosi: 
Ecco l'Orsa Maggiore! E quella è Cassiopea!”
Il suo cuore si colmò di gioia e poi lasciò finalmente il posto al Principe Corin che riuscì solamente a dire: 
Sono stupende!”
Si prese qualche minuto per contemplare la volta celeste, poi si ridestò e ordinò con voce tranquilla: 
Su, vecchio Tolomeo, al lavoro! Dovrai costruirne uno identico! Lo affido a te e quando tutto sarà pronto, riporteremo l'originale ai legittimi proprietari...”
Il vecchio Tolomeo, fece un inchino al suo Principe, e si mise subito al lavoro.

Nel Regno delle Stelle, intanto, la tensione era evidente. Re Fergus aveva decretato lo stato d'allarme e ora cercava impavidi cavalieri che partissero in missione per recuperare quanto impunemente tolto.
Aveva radunato i cavalieri più forti e coraggiosi del regno:
Cavalieri, chi tra di voi si offre per la pericolosa missione in nome del Re?”
Nessuno rispose. Qualcuno bisbigliava, ma nessuno si offrì. 
Io!”
Dal fondo della stanza una voce femminile si fece sentire, forte e chiara. Una figura esile, avvolta da una mantella nera, si fece strada e si presentò davanti a Re Fergus:
Chi sei, nobile cavaliere?”
La donna scostò il mantello per scoprire la sua identità: 
Zelda! Figlia mia! Non vorrai certo andare tu!” 
Sì, padre, recupererò io, in nome tuo, il nostro prezioso Telescopio!” 
Tesoro, è pericoloso, non posso lasciarti partire!” 
Padre, sono io l'unica che può farlo, sono la migliore con l'arco tra tutti i tuoi soldati, e il coraggio non mi manca di certo!”
Re Fergus fu obbligato ad ammettere con sé stesso le notevoli capacità d'arciere della figlia, e la sua indole coraggiosa era nota a tutti nel regno: 
Va bene, Zelda, figlia mia... acconsento alla tua missione. Che il cielo ti benedica!”
La Principessa Zelda si occupò personalmente di tutti i preparativi per la partenza e all'ora stabilita lasciò il Castello Perlaceo.
Era particolarmente fredda quella notte, il vento forte ostacolava la sua cavalcata, come se cercasse di tenerla lontana dal palazzo del Principe Corin, ma ci voleva ben altro per farle cambiare idea!
Corse più veloce del vento, superando le paludi e i boschi come se nulla fosse, fermandosi soltanto un paio di volte per riposarsi e mangiare qualcosa. Due notti dopo la sua partenza era giunta a destinazione: scese da cavallo, lo legò ad un albero in un boschetto vicino al palazzo, ma al riparo dagli sguardi nemici.
Si arrampicò senza fatica sulle mura del palazzo, era molto agile e vigile, riuscendo a penetrare con un balzo dal davanzale in una delle stanze del palazzo.
Le guardie erano piuttosto attive, un viavai continuo, si mosse silenziosa e cauta, finché....
Ah!!!” 
Quando riprese i sensi si ritrovò in un luogo tetro, umido e lercio, non c'era neppure uno spiraglio di luce ed era sola.
Non c'era nessuno da poter chiamare, era lontano da casa, in terra nemica e quella era la prigione del palazzo reale, evidentemente. 
Hey, c'è nessuno? Liberatemi! Mascalzoni, brutti stupidi incapaci! Non avete il minimo rispetto per una Principessa del mio rango!” 
Sssssssht!!” 
Chi è là?”
Dall'oscurità spiccarono due occhi verdi splendenti che fissavano Zelda in un modo gentile, ammirato. 
Ah! Sei tu, Principe Corin!”
Zelda era indignata e non lo nascondeva di certo. 
Devi essere una ragazza molto testarda, Principessa Zelda, per aver convinto Re Fergus a lasciarti partire in missione e per di più da sola!”
Corin sospirò, si sedette accanto a lei e continuò: 
Sei stata molto brava e coraggiosa, sei riuscita a intrufolarti nel mio palazzo e non è da tutti...”
Corin la guardava con rispetto. 
Ridammi immediatamente il mio Telescopio e lasciami andare, Principe dei miei stivali che non sei altro!”
Zelda era furiosa, ma come si permetteva di trattarla così, quel ladro farabutto? 
Devi sapere Zelda che noi vi abbiamo soltanto preso in prestito il Telescopio, non era nostra intenzione rubarlo, vogliamo farcene uno nostro per poter osservare le stelle, tutto qui. Ve l'avremmo indubbiamente riconsegnato anche se tu non fossi venuta fino a qui”, chiarì Corin. 
Non è vero! Siete solamente dei ladri indegni, senza alcuno scrupolo!”, gridò la Principessa rincarando la dose degli insulti.
Il Principe Corin, però, le fece notare che erano anni che chiedeva udienza al Re Fergus senza che lui lo degnasse neppure di una risposta, e che l'unico suo desiderio era quello di donare al suo Regno Senza Stelle, immerso perennemente nella nebbia, la possibilità di conoscere le stelle grazie al portentoso Telescopio delle Stelle.
Zelda si calmò, si mise a riflettere e constatò che Corin stava dicendo la verità, quel cocciuto di suo padre poteva essere esasperante quando ci si metteva! 
Facciamo un patto, Principessa Zelda?”, chiese Corin con voce dolce. 
Cosa intendi per patto?”, chiese a sua volta Zelda alquanto sospettosa. 
Semplice: tu ci lasci il Telescopio ancora per cinque giorni, così il vecchio Tolomeo potrà costruirne uno uguale, io ti libero ora e ti riconsegnerò il Telescopio al Castello... di persona. Che ne dici?”
Zelda non ci pensò su troppo: 
Sì, può funzionare!”
Corin la liberò subito e Zelda poté ritornare nel suo regno con a fianco una piccola scorta di soldati del Regno Senza Stelle, affinché il Principe Corin fosse sicuro che la Principessa non corresse ulteriori rischi.

I giorni passarono e il vecchio Tolomeo, indaffarato e concentrato, si apprestava a compiere la sua ambiziosa opera.
Il Principe Corin lo raggiunse nel suo laboratorio astronomico:
Vecchio Tolomeo, avrai per sempre la mia riconoscenza e quella di tutti gli abitanti del regno!”
Lui non seppe cosa dire, ma si vedeva che era commosso. Il suo sogno di osservare le stelle si era realizzato e niente lo avrebbe reso più felice.
Il Principe Corin e la sua scorta ripercorsero i sentieri paludosi e attraversarono i boschi per raggiungere ancora una volta il Castello Perlaceo, e con sé avevano il Telescopio delle Stelle.
Arrivarono davanti alle mura della città, avanzando lentamente. Gli arcieri del regno erano pronti a scagliare i loro dardi, ma quando capirono la situazione e videro il Telescopio delle Stelle si fermarono.
La delegazione procedette cautamente entrando in città, davanti a loro c'era un'immensa spianata e nel mezzo di questa Re Fergus con al suo fianco la figlia Zelda che li attendevano impazienti.
Il cielo era rosso fuoco, come se da un momento all'altro potesse esplodere.
Il Principe Corin scese da cavallo, con un gesto ordinò ai suoi uomini di trasportare il carico fin davanti al sovrano, mentre lui avanzava lentamente.
Quando fu loro dinnanzi disse:
Re Fergus, ti porgo le mie scuse per i miei modi poco ortodossi, ma ora sono pronto a pagare per il mio gesto azzardato e ti consegno come promesso il tuo Telescopio delle Stelle.”
Re Fergus fu molto colpito dal tono di Corin, l'umiltà espressa nelle sue parole ammorbidirono la sua indignazione per il torto subito.
Detto questo Corin si rivolse a sua figlia: 
Principessa Zelda, so che siamo sempre stati rivali e che per le nostre colpe reciproche abbiamo entrambi sofferto, ma sono qui oggi anche per farti una richiesta importante... Zelda, mi vuoi sposare?”
Gli occhi della Principessa si illuminarono di gioia, rifletté un attimo e con il cuore gonfio di amore rispose semplicemente: 
Sì, lo voglio!”
Una lacrima di sollievo cadde dagli occhi di Corin e Zelda, si abbracciarono e si scambiarono un bacio così dolce e tenero che Re Fergus non poté che addolcirsi e arrendersi all'evidenza: 
Bene! Le nozze si compiranno tra due giorni!”

E così fu. Tutto il Regno delle Stelle si mise al lavoro per organizzare il più bel matrimonio di tutti i tempi.
Il Regno Senza Stelle e il Regno delle Stelle si unirono sotto un unico cielo e sotto le stesse Stelle.
La malinconia che aveva sempre dimorato nel regno del Principe Corin lasciò il posto alla gioia e, come per magia, la nebbia si diradò piano piano, fino a scomparire del tutto!

Nessun commento:

Posta un commento