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Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

venerdì 16 agosto 2013

NON ARRENDERTI MAI! di Federica C.

Mi chiamo Federica, ho dodici anni e mi piace fare lunghe passeggiate. I fatti accaduti nel mio racconto sono realmente accaduti a dei miei conoscenti. Vorrei che il lettore provasse empatia per i fatti che accadono a Jack, Elena e Giovanni.

 
Jack aveva trascorso tutto il pomeriggio sulla casetta sull'albero che aveva costruito assieme ai suoi amici Samuele e Cristian, si erano divertiti molto e avevano fatto un po' tardi.
Si aspettava di sentire i rimproveri di sua madre, ma appena mise piede in casa lei gli disse:
Finalmente sei arrivato! Ho una bella notizia da darti!” 
Doveva essere proprio bella perché Elena, la sua mamma super-sportiva e super-in-forma stava sorridendo felice. 
Mi vuoi comprare la bici nuova?”, disse per prenderla in giro, sapeva bene che finché non portava a casa buoni voti la bicicletta nuova restava solo un sogno. 
No, non ancora”, e gli strizzò l'occhio, “ma se faccio una buona arrampicata e vinco il primo premio allora una possibilità c'è!” 
Davvero?!”, Jack non poteva credere alle sue orecchie. 
Bé, non è semplicissima quella salita e poi ci sono concorrenti fortissimi, ma mi sono impegnata molto in questi mesi e Luca dice che posso farcela.” 
Se lo dice il tuo allenatore allora una speranza c'è...”, scherzò Jack, che pensava che sua madre fosse la donna più spericolata del mondo.
Ogni volta che lo portava con sé agli allenamenti a Jack mancava il respiro, lui soffriva di vertigini e preferiva il traghetto di suo padre alle pareti rocciose che era solita scalare sua mamma. 
Lo dico anche a papà di venire?”, chiese sottovoce Jack, sapeva che non era una buona idea, suo padre era uscito di casa mesi prima dopo una litigata e ormai viveva nella casa sul lago, vicino al suo amato traghetto. 
No, non serve, è una cosa nostra, ho bisogno solo del tuo tifo per vincere”, rispose Elena, cercando di sorridere. 
Forza, mangiamo qualcosa e poi subito a letto che domani è una giornata importante!”
Jack mangiò poco quella sera, già si stava preoccupando per quello che il giorno dopo sua madre avrebbe dovuto affrontare.

Jack stava fissando la parete da oltre mezz'ora, come se ci stesse parlando, voleva convincerla ad aiutare sua madre nell'arrampicata.
Sono pronta, tra poco si va!”, disse Elena comparendogli a fianco, “Tutto bene, tesoro?”
No, decisamente no, pensò Jack, ma non poteva mica dirglielo altrimenti le avrebbe rovinato la concentrazione, quindi rispose: 
Tutto ok, mamma... in bocca al lupo!”, e l'abbracciò. 
Non preoccuparti, andrà tutto bene”, disse lei ricambiando l'abbraccio, “grazie per essere qui”, aggiunse ben sapendo quanto suo figlio si preoccupava per lei. 
Stai attenta”, le raccomandò Jack.
Elena gli strizzò l'occhio e si mise in posizione di partenza.

La scalata era molto impegnativa e molto alta, come aveva previsto sua mamma i suoi antagonisti erano molto in gamba, ma lei se la stava cavando benissimo.
Jack era molto orgoglioso di lei, voleva però che la gara finisse presto così da ricominciare a respirare tranquillamente.
Stava pensando proprio a questo quando vide che sua madre stava perdendo l'aderenza alla roccia con il piede destro. Successe tutto in pochi istanti: il piede scivolò, lei si aggrappò con la mano destra ad un piccolo sperone di roccia, ma anche l'altro piede perse il contatto con la parete e Elena precipitò di qualche metro nonostante le corde a cui era legata.
Jack si sentì svenire, non riusciva a muoversi dalla paura.
I soccorsi furono rapidi a intervenire, Jack salì sull'ambulanza dove la barella con la sua mamma era stata caricata e sfrecciarono con le sirene spiegate fino all'ospedale più vicino.

Quando suo padre arrivò Jack gli si buttò al collo piangendo a dirotto, dovevano averlo avvertito i dottori che lui era lì ed era felice di avere il suo papà accanto mentre ancora Elena era in sala operatoria.
Dopo un paio d'ore il chirurgo andò in sala d'aspetto a parlare con Jack e Giovanni:
La signora è fuori pericolo”, disse con un mezzo sorriso, “ha qualche costola rotta e anche il femore, la commozione cerebrale è stata risolta... tra qualche giorno vedrete che si rimetterà in piedi.”
Giovanni abbracciò sollevato suo figlio, ringraziò il dottore e aspettarono che Elena fosse portata nella stanza a riposare. 
Le ho detto mille volte di smettere con le arrampicate”, disse Giovanni più a se stesso che al figlio. 
Forse adesso smetterà”, rispose Jack, e lo sperava davvero.

Come aveva predetto il dottore, Elena dopo un paio di settimane di ospedale era pronta per ritornare a casa.
Giovanni aveva portato Jack ogni giorno a trovare la sua mamma, e nel frattempo lui e sua moglie avevano ricominciato a parlarsi.
Questo metteva Jack decisamente di buon umore.
Sembrava che fosse ritornata la pace tra di loro, anche se Giovanni non era ancora rientrato a casa.

Passarono i mesi e Elena grazie alla fisioterapia era di nuovo in grado di camminare e poi di correre e poi... di arrampicarsi.
Mamma, non farlo!”, protestò Jack, “Non ti è bastato quello che ti è successo?” 
Jack, è stato un incidente, può succedere a tutti, ma questo non significa che ci si debba arrendere!”, rispose Elena cercando di farlo ragionare, ma lo shock di quel giorno aveva segnato profondamente suo figlio, che non voleva saperne di ascoltarla. 
Tu vuoi solo farmi stare male!”, le urlò infuriato. 
Jack aspetta...”, Elena cercò di fermarlo, ma lui sfrecciò fuori e corse a più non posso al traghetto sul lago, dove sapeva che avrebbe trovato suo padre.

Nonostante il parere contrario di figlio e dell'ex-marito, Elena ricominciò ad allenarsi con impegno e costanza. Migliorò in fretta le sue condizioni fisiche tanto da sentirsi bene come prima dell'incidente.
Tra una settimana ci sarà una gara di arrampicata, penso di parteciparci”, disse Elena una sera a cena. 
Fa' come vuoi”, rispose Jack, “ma questa volta io non ci sarò!”
Elena non cercò di convincerlo, capiva le ragioni del figlio, ma era sicura di quello che stava facendo.

Arrivò il giorno della gara, Elena era da sola davanti alla parete. Era triste perché avrebbe voluto che Jack capisse le sue motivazioni, ma quella prova doveva farla per provarsi che non bastava uno stupido incidente, né una sconfitta, per farla mollare.
La gara iniziò e lei si dimenticò di tutto per concentrarsi sui suoi movimenti e sulla parete rocciosa che doveva scalare.
Giovanni ordinò al figlio di scendere dalla macchina, Jack era stanco di protestare, con suo padre non vinceva mai. Scese e lo seguì strisciando i piedi.

Arrivarono ai piedi della parete quando la gara era quasi terminata, Elena non sarebbe stata la prima ad arrivare in cima, ma la seconda.
Giovanni alzò il viso di Jack per far sì che guardasse la madre che raggiungeva la vetta.
Jack rimase senza parole: sua madre ce l'aveva fatta!
Si misero ad urlare “Evviva!” abbracciandosi, e urlarono così forte che anche Elena da lassù li sentì.
Stanca, ma felicissima agitò la mano per salutarli e loro ricambiarono urlando ancora più forte.
E' una campionessa”, disse Giovanni. 
Sì, la più grande di tutte!”, rispose Jack.

Quando li raggiunse, Elena li abbracciò tutti e due insieme:
Grazie per essere stati qui a fare il tifo per me...”, aveva le lacrime agli occhi, “l'ho fatto per voi, per ringraziarvi di essere stati con me per tutto questo brutto periodo di guarigione.” 
Sei stata bravissima mamma!”, disse Jack commosso. 
Volevo solo farti capire, tesoro, che anche se a volte succede qualcosa di brutto non bisogna mai rinunciare a combattere per le cose che vuoi. Anche se non sempre si può vincere è bello provarci, perché la vita è piena di buone cose che aspettano soltanto di essere colte da noi.” 
La mamma ha ragione”, s'intromise Giovanni, “purtroppo l'ho capito solo ora, ma spero che ci sia per noi ancora un'occasione.”
Jack li guardò felice, ora la sua famiglia era di nuovo unita e più forte di prima.

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