BENVENUTI A TUTTI!

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Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

venerdì 1 luglio 2011

A TUTTA VACANZA!

Ciao a tutti!

Noi siamo in VACANZA e soprattutto siamo stati tutti PROMOSSI!
E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta!

Vi vogliamo raccontare di com'è stata la FESTA per la presentazione del nostro libro, CHE STORIA!, ma lo faremo nei prossimi giorni perché esiste anche il VIDEO (che il Profe non ci ha ancora consegnato) e vogliamo farvelo vedere... quindi dovete frenare la vostra curiosità ancora per un po'.

Visto che siamo TROPPO CONTENTI che l'estate sia cominciata vogliamo essere BUONI: vi lasciamo sbirciare gli INCIPIT delle nostre storie... così se vi scappa la voglia di leggere ci SCRIVETE qui ragazzi2f@gmail.com e noi vi spediamo il pdf di tutta la raccolta.

OK, ECCO LE NOSTRE STORIE!


LA STORIA MAGICA (Francesco, Chiara, Mirco)

Tra alte montagne, vaste vallate e fiumi lunghissimi si scorgeva un paesino,
un modesto posto di montagna, tranquillo e allegro; lì tutti si conoscevano e
si volevano bene. Sino a quel momento nulla era successo che potesse
essere ricordato e onorato. Si viveva semplicemente, senza troppi problemi
né litigi, in armonia. La gente era gentile e caritatevole, ma una signora in
particolare si distingueva per la sua generosità, il suo nome era Agata.
Agata, aveva all’incirca settant’anni, pensionata, piuttosto bassa e robusta,
vestiva sportivamente e zoppicava con la gamba sinistra. Non le mancava mai il
sorriso, aveva imparato sin da piccola come trattare con le persone, e anche se
incontrava qualcuno totalmente sconosciuto senza esitare gli rivolgeva un
amichevole: “Ciao!”. E sulla bocca le compariva il cosidetto “sorriso a trentasei
denti”. Non le mancava affatto la voglia di vivere, e forse è proprio per questo
che tutti i giorni appena sveglia (pur avendo problemi all’arto sinistro) partiva per
esplorare luoghi nuovi e a volte, come li definiva lei, “magici”!
Fu proprio mentre faceva le sue piccole escursioni che incontrò una persona
che le cambiò la vita. Tutto cominciò quando, passeggiando con calma e
canticchiando sovrappensiero, appoggiò sbadatamente il piede in malo
modo e… BUUM! Si ritrovò a terra priva di forze e tutta dolorante; provò a
rialzarsi, ma invano, la sua gamba proprio non reggeva più:
“Aiuto! Qualcuno mi aiuti… sto male! Sono caduta…”
Agata si mise ad urlare, ma come risposta non sentì altro che il suo eco che
ripeteva le sue stesse lamentele! Si rassegnò, smise di gridare e, piano
piano, in qualche modo, si rimise in piedi. Doveva assolutamente cercare
aiuto. Alzò lo sguardo e vide in cima al sentiero una montagna con un buco
sotto… pareva una grotta.
“Devo riuscire almeno ad arrivare in cima a questo monte, penso ci sia una
caverna lassù e mi riparerò lì”, pensava mentre procedeva a fatica.
Un passo dopo l’altro arrivò proprio davanti a quella spelonca che pareva
disabitata. Entrò, curiosa, ma allo steso tempo intimorita e ancora
dolorante.
Superata la soglia proseguì e girato l’angolo sentì qualcuno parlare,
qualcuno che recitava una poesia o leggeva una formula magica. Vide una
porta laterale, da dove uscirono strani rumori e odori! Bussò senza esitare,
e sentì pesanti passi che venivano verso di lei. La porta si aprì e le si
presentò davanti uno strano tipo avvolto in un mantello nero. (...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)
 


MISTERI A SCUOLA (Sara, Giulia, Alessia)

Punciasuca è un paese sperduto tra le valli, dove il sole splende nel cielo e
quando si fa sera gioca a nascondino tra le montagne. Qui vive Noemi, una
ragazza vivace e allegra, con occhi grandi e dolci di colore blu come il cielo e
i capelli con meshes dello stesso blu, raccolti in due codini.
Noemi ha uno strano potere, riesce a parlare con tutti gli animali, infatti
ama moltissimo i suoi cani e i cavalli Mila e Azfar, oltre che la sua famiglia e i
suoi nonni. Noemi ha un debole per l’avventura e le piace andare a scuola
perché va molto d’accordo con i suoi compagni e perché ha una Profe dolce
e disponibile, la Professoressa Kamurah, di origine egiziana.
È il primo giorno di scuola, l’inizio di un nuovo anno scolastico dopo le lunghe
vacanze estive, e i ragazzi sono un po’ assonnati. Oggi a scuola è arrivato un
nuovo ragazzo, sbarcato dall’Inghilterra, si chiama Matthew. Ha quattordici anni, è
molto alto e magro e ha i capelli corti e castani. Le sue doti migliori sono quelle di
essere molto socievole e simpatico, e tutte le ragazze cadono innamorate ai
suoi piedi. Matthew conosce molto bene l’italiano grazie alle lezioni impartite dalla
sua mamma, che ha origini italo-inglesi. Matthew viene subito messo a sedere, dalla
Profe Kamurah, nel banco vicino a quello di Noemi e lui rimane incantato
alla vista dei suoi capelli bicolore, che lui adora. I due cominciano a
chiacchierare e a conoscersi un po’ trovandosi reciprocamente simpatici.
Dopo qualche giorno, però, la Kamurah non si presenta più a lezione, il
bidello entra in classe per annunciare una novità importante: “Buongiorno
ragazzi, salutate la nuova Professoressa d’italiano, vi presento la
Professoressa Elisabetta Minoli, siate buoni con lei”.
Il bidello esce dalla classe e la Profe rivolgendosi agli alunni, un po’
spaventati dalla situazione e anche preoccupati per la fine della loro Profe,
con un sorrisetto gelido dichiara senza mezzi termini: “Mettiamo subito in
chiaro una cosa: con me non si scherza, se voi non vi impegnate io non esito
a darvi 2. Tutto chiaro ragazzini? E ora, verifica a sorpresa!”.
Uno dei ragazzi in preda al panico si lascia scappare una domanda: “Profe,
ma su che cosa? Siamo appena tornati dalle vacanze!”.
La Minoli si gira di scatto e risponde in tono scocciato: “Forse non mi sono
spiegata. Se io dico che facciamo la verifica, la facciamo, non sei certo tu
che mi devi dire cosa devo fare. Ovviamente la verifica sarà su tutto il
programma dell’anno scorso” (...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)


OMICIDIO COLPOSO (Greta, Chiara, Manuel, Matteo)

Antonio e Zack, due amici ventenni, furono imprigionati per l’assassinio di
una vecchia signora. Dopo dieci anni di reclusione vennero rilasciati per
buona condotta in libertà vigilata. Antonio si era reso conto degli errori
commessi, e riflettendo a lungo, nei sui lunghi anni da carcerato, aveva
capito che la cosa più giusta da fare era quella di rigare dritto.
Un giorno passeggiando per la campagna incontrò un contadino, al quale
chiese se in città c’era del lavoro disponibile. Il contadino gli rispose che in
periferia c’era un macellaio che stava cercando un assistente che lo aiutasse
nel suo faticoso lavoro.
Il giorno seguente Antonio, impaziente ed entusiasta, si recò dal macellaio
chiedendogli se gli serviva una mano e il macellaio con grande disponibilità
lo assunse come assistente.
Antonio per essere assunto doveva rispettare il regolamento del macellaio:
lavorare cinque ore al giorno senza un minuto di sosta. La paga settimanale
sarebbe stata di cento euro, e Antonio di quel lavoro era molto soddisfatto.
In quell’anno la crisi si faceva sempre più forte e il macellaio non aveva più
soldi per pagare Antonio, quindi la settimana successiva lo pagò con la metà
dei soldi che gli erano dovuti.
Antonio, molto arrabbiato, non volle sentire ragioni, pretendeva anche il
resto e lo voleva immediatamente. Il macellaio reagì alzando la voce:
“Se non ti sta bene così puoi sempre andartene!”
Antonio non ci vide più dalla rabbia e, scordandosi ogni suo buon proposito,
rispose agli insulti sfidando il macellaio a fare a pugni.
Il macellaio, che era un tipo grande e grosso, non si tirò indietro. Si
ritrovarono allacciati in un corpo a corpo e, tra uno spintone e l’altro,
Antonio vide il suo ex-capo scivolare sul pavimento unto e sbattere forte la
testa sul macchinario per la trinciatura della carne. Il macellaio cadde a
terra a peso morto e da lì non si mosse più.
Antonio fissò il corpo senza vita di quell’uomo e venne preso dal panico, si
era cacciato un’altra volta in un guaio terribile. Chi mai avrebbe creduto che
era stato un incidente? Chi crederebbe alla parola di un ex-galeotto in
libertà vigilata?
Antonio si rese conto che aveva bisogno di aiuto e con il cellulare chiamò il
suo amico Zack:
“Ho bisogno di te, vieni subito”
“Sì, ma dove sei?” chiese Zack preoccupato dal tono di voce metallico dell’amico.
“Sono in macelleria, prendi il furgone” tagliò corto Antonio e chiuse la conversazione.
(...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)


TRE RAGAZZI, UNA GRANDE AMICIZIA! (Daniele, Giulio, Nicola)

Back, un ragazzino di quasi dodici anni, che abitava su un’isola sperduta,
stava cercando in riva al mare un posto ideale per posizionare il suo
telescopio ereditato dal bisnonno, strumento che lui adorava.
Era nero con delle viti beige, situate al centro per posizionare meglio la bolla
di vetro che aveva sulla cima. Back non se ne separava mai, se lo portava
ovunque durante le sue esplorazioni. Quel giorno riuscì a trovare finalmente
un luogo adatto, sulla cima di una collina verde, da lì avrebbe aspettato la
notte.
Qualche ora più tardi, il sole scese dietro alle montagne e il crepuscolo
lasciò il posto ad un cielo blu scuro… era quello il momento perfetto per
osservare le stelle. Back sorrise e iniziò a perlustrare la volta celeste con
calma, godendosi ogni istante e, proprio quando stava mettendo a fuoco la
costellazione dell’Orsa Maggiore, notò un oggetto gigantesco, luminoso,
tondo con tante piccole finestrelle sui lati e con un cerchio verde al centro.
Back stentò a credere ai suoi occhi, era la prima volta che avvistava un UFO
e non riusciva a staccare gli occhi da quella navicella che lentamente si
avvicinava alla terra.
Back si accorse che stava atterrando proprio ai piedi della collina e, senza
pensarci un attimo, decise di scendere a vedere da vicino quella meraviglia.
L’UFO era talmente grande da far paura. A Back mancò il fiato quando se lo
vide lì davanti, soprattutto perché il cerchio verde si illuminò con migliaia di
puntini luminescenti che, in un flusso di energia, formavano un cono di luce
bianchissima.
Dalla navicella scese un alieno e, a questo punto, Back non sapeva proprio
che fare. E se fosse stato un alieno pericoloso?
Back non era abituato ad aver paura, viveva in quell’isola da solo e ne aveva
viste di tutti i colori, quindi non si perse d’animo, decise di andare a
conoscere il nuovo arrivato. L’alieno si presentò in modo molto cordiale:
“Mi chiamo Martin”, disse semplicemente, e Back, nonostante l’alieno fosse
così diverso da un comune essere umano (era verde, aveva le antenne e i
suoi piedi assomigliavano ai tentacoli di un polipo), sentì che non era
davvero un pericolo, anzi, capì che potevano diventare amici.
Alcuni giorni dopo il suo arrivo, Martin chiese a Back se voleva fare un
viaggio con la sua navicella spaziale e lui, dopo tante esitazioni, accettò. Al
momento della partenza, Martin chiese a Back di registrare le coordinate di
volo sul computer di bordo, mentre lui si occupava di manovrare la
navicella. Back, ovviamente, non l’aveva mai fatto prima, e quel computer
era pieno di luci e di pulsanti non facili da decifrare, così per non
confessandogli che non era capace (per il suo eccessivo orgoglio) premette
un po’ a caso, qua e là, sperando di non sbagliare. Purtroppo quelle
coordinate erano importanti per poter atterrare nel posto giusto, nel paese
che avevano deciso di visitare.
Partirono, quindi, Martin non si accorse inizialmente che le coordinate
erano sbagliate, ma quando atterrarono in quella città (stabilita da Back)
altroché se se ne accorse! (...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)


LA STORIA DI LILY, CAROLINA E JOE (Nadia, Alice, Francesca, Giorgio)
(tutta colpa di un albero!)

Il sole faceva capolino da dietro le montagne, le nuvole procedevano nel
loro lento cammino, senza meta e senza ritorno. Le margherite mostravano
le loro corolle ridenti al giorno nuovo e il vento solleticava le chiome degli
alberi. L’aria sapeva di primavera, sopra i rami del faggio più vecchio e alto
della foresta sedeva Lily, con i piedi nudi a penzoloni. In quel preciso
momento era, presa nella sua fantasia, una giovane indiana che stava per
essere colta di sorpresa da un attacco nemico, ma Lily da coraggiosa
guerriera decise di affrontare gli ufficiali americani, si alzò di scatto e si
allungò per scoccare una freccia dal suo arco immaginario, ma si sporse un
po’ troppo…:
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaah!”.
Un urlo lacerò la quiete della foresta. Un tonfo, e l’urlo si spense.
Poco più in là, un cacciatore di soli quindici anni, girovagava solitario in
cerca di qualche animale. Era molto nervoso perché da molto tempo non
riusciva a trovare animali, e se anche questa volta la caccia non avesse dato
frutto, avrebbe sofferto davvero la fame. Joe, così si chiamava il ragazzo,
non aveva nessuno che si prendesse cura di lui, ma era felice di quella vita,
avendola scelta lui stesso, quando due anni prima era scappato da casa, una
casa piena di ricchezze e comodità che lui non voleva più. Joe sentì un urlo
proprio vicino alla trappola per cinghiali. Gli brillarono gli occhi dalla felicità
e tutto contento corse al grande faggio dove aveva posto la rete. Guardò
nella buca:
”Che strano cinghiale,” pensò ”non si muove nemmeno”.
Inforcò il fucile per ucciderlo, quando in un istante si accorse che non si
trattava affatto di un cinghiale!
Srotolò la rete e quale fu la sua sorpresa quando gli cadde tra le braccia una
fanciulla. In un primo momento imprecò, arrabbiatissimo perché anche per
quella volta la caccia non era andata bene:
“Su, vattene! Fila! Non mi disturbare, non vedi che sto cacciando?!”, le urlò
dopo averla liberata. La ragazza non si spostò nemmeno di un millimetro.
“ Hai capito o no?! Ti ho detto di andartene… oooh, svegliati! Apri gli occhi!
Mamma mia… non sarà mica morta!”. Joe, preoccupato, appoggiò
l’orecchio sul petto della ragazza e, con grande sollievo, si accorse che il
cuore BATTEVA. La adagiò sulle morbide foglie e le si sedette accanto.
Era disperato, lui non se ne intendeva di svenimenti, così non poté far altro
che guardarla con gli occhi lucidi di pianto, sperando in un miracolo. Notò
che la ragazza era molto carina, con le sue due belle trecce dorate che le
scendevano scompigliate su petto. Non aveva le scarpe e portava un vestito
molto semplice con ricamato sul petto il nome “Lily”. L’unico ornamento
che portava era una collanina d’oro, con un ciondolino a forma di cuore.
Guardando il cielo Joe gridò:
“Per il pizzetto delle capre di montagna, che cosa ho fatto!?!”. (...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)


LA PIOGGIA APPROVO’ (Luca, Elisa, Allegra)

Capitolo 1
… il silenzio …
Quell’istante in cui non si sente nessun rumore, nessun movimento, tutto è
immobile. Dove i pensieri possono liberarsi dalla mente e fluire nella stanza
buia… finché:
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNN, DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNN!
Il frastuono della sveglia rimbomba nella stanza, e una voce urla:
- Ester è ora!
- Ancora 5 minuti mamma!
- E’ tardi, arriverai in ritardo a scuola.
- Ok, adesso mi alzo…
Svegliarsi era un’impresa difficilissima per non dire impossibile, non riuscivo
ad aprire gli occhi, ma mi alzai perché non avevo altra scelta. Indossai una
maglietta a righe verdi e rosa, dei jeans e delle scarpe da ginnastica. Dopo di
che pettinai la mia lunga chioma e mi misi una cuffia sulla testa, mentre i
miei folti e neri capelli mi facevano solletico sulle spalle. Presi un cornetto al
volo, infilai lo zainetto e di corsa raggiunsi il pullman attaccandomi alla
maniglia sul fondo. E come se fossi ancora dentro al mio sogno notturno
urlai a squarciagola:
- Buongiorno Toledo!

Capitolo 2
La campanella era appena suonata e io fui (come sempre) l’ultima ad
entrare in classe. La mia era la 3°C, formata da venti alunni tra cui Giada, la
secchiona della classe, Annalisa, la più bella della scuola, Gigi, il ragazzo più
sfortunato del mondo, e ovviamente io, Jessica, la mia migliore amica e il
resto dei compagni.
La porta sbatté e la Profe Magenta entrò in classe:
- Buongiorno ragazzi!
- Buongiorno Professoressa Magenta!
- Allora, vi informo subito che per venerdì dovete fare una ricerca su Toledo,
la nostra città. Mi raccomando di essere puntuali, entro venerdì, intesi?
NON ACCETTO RITARDI, SIETE AVVERTITI!
E la lezione cominciò tra gli sbuffi di tutti, ovviamente.

Capitolo 3
Arrivata a casa la mamma non c’era, al suo posto trovai un biglietto sul
quale c’era scritto:
"Cara Ester,
sono dovuta andare dalla nonna. Nel frigorifero c’è la cena di stasera.
Se ne avessi bisogno, nel barattolo del sale ci sono i soldi. La bicicletta
è sul retro e le chiavi sono al solito posto. Sarò di ritorno entro stasera,
mi raccomando.
Ti voglio bene, mamma"
(...)
(se vuoi continuare a leggere la storia scrivici!)

giovedì 26 maggio 2011

CHE STORIA!

Come abbiamo già annunciato, la nostra raccolta di racconti ormai è REALTA'! Eccola qui:



Se volete leggere le nostre storie scriveteci a questo indirizzo ragazzi2f@gmail.com e noi vi spediremo gratuitamente il pdf.
Se poi vorrete tornare qui per dirci se vi sono piaciute, oppure no, ci farete felici... per ora vi possiamo dare una breve anteprima con l'introduzione scritta di nostro pugno:



Ammettetelo siete un po' curiosi, vero? Noi non vediamo l'ora di farvele leggere... vi aspettiamo!

giovedì 19 maggio 2011

BENVENUTI A TUTTI!

Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano. Ci siamo già riusciti, in parte, con la pubblicazione della nostra raccolta di racconti che abbiamo intitolato "Che Storia!", ma ve ne parleremo dopo.

Ci sembra il caso, prima, di presentarci: siamo venti ragazzi vivaci e simpatici, abitiamo ad Agnosine e Bione, due piccoli paesini nella Valsabbia e siamo felici di questo perché pensiamo che siano i migliori del mondo. Non c'è niente di più bello che vivere nella tranquillità della valle, tra le montagne e la natura!

La nostra classe è la migliore che sia mai esistita, l'abbiamo resa unica grazie ai cartelloni colorati che rendono più allegra l'aula e meno pesante l'obbligo di ritrovarci ogni giorno a lezione. Con un po' di immaginazione e di buona volontà abbiamo dimostrato che la scuola non è solo una noia, può anche essere un luogo speciale dove imparare e, allo stesso tempo, divertirsi assieme.

Non siete convinti?

Ve lo proveremo proprio qui, in questo spazio virtuale, se avrete la pazienza di leggerci. Aprire un blog è un'idea fantastica, ne siamo sempre più convinti, che ci permetterà di esporre le nostre idee senza timore del giudizio degli altri. L'idea ci è venuta durante il laboratorio di narrazione, dopo aver terminato la stesura dei nostri racconti che ci hanno reso molto orgogliosi per tutto l'impegno e la passione che ci abbiamo messo. Trascorrere delle ore con una scrittrice è davvero stupendo e ci ha insegnato molto, abbiamo capito che scrivere è un'emozione unica e le nostre sei storie ne sono la prova!

Speriamo che sarete in tanti a seguire il nostro blog e di poter lasciare nei vostri cuori qualcosa di bello da ricordare... noi ce la metteremo tutta!

Siamo pronti ad iniziare questa nuova avventura e, lo sappiamo già, ci divertiremo da matti... quindi:
qua la penna che si parte!