Alexandra
è una giovane ragazza tunisina con splendidi occhi marroni e i
capelli biondi, fino a pochi giorni prima che inizi la sua avventura
faceva la cameriera in un albergo, ma è stata licenziata perché
iniziava il suo turno sempre in ritardo a qualsiasi ora fosse
fissato.
Era
più forte di lei, non riusciva proprio a dar retta alla sveglia e
neppure all'orologio!
La
sua amica Lisa glielo ripete spesso:
“Sbrigati
che farai tardi!”, ma Alexandra proprio non ci sente da
quell'orecchio.
“Cosa
faccio ora?”, chiese Alexandra alla sua amica mentre le stava
riempiendo un bicchiere di coca-cola alla spina dietro il bancone.
“Ti
trovi un altro lavoro, semplice!”, rispose Lisa che faceva la
barista da oltre un anno nello stesso posto, ovvero quello dove ora
si trovavano.
“Certo!
Semplice!”, Alexandra era piuttosto depressa.
“Se
ti metti a cercare lavoro con quell'umore di certo non lo trovi,
amica mia...”, sospirò Lisa.
“Perché
non partiamo? Ci facciamo una vacanza finalmente, ne parliamo da un
po', ma a causa del lavoro non ce la siamo mai potuta fare... ora
però...”
Alexandra
la guardò come se fosse una buona idea e Lisa decise di stare al
gioco:
“Certo!
È il momento migliore per partire... perché non andiamo in
Madagascar?”
“Fantastico!”,
strillò Alexandra, “Dammi un'ora e ritorno qui con tutto
l'occorrente!”
Lisa
non fece neppure in tempo a dirle che stava scherzando che già la
sua amica era sparita.
“E'
impazzita”, bofonchiò Lisa e ritornò dai suoi clienti.
Alexandra
ritornò come promesso dopo poco più di un'ora con un bel pacco di
depliants di viaggio dedicati al Madagascar e... due biglietti
d'aereo già prenotati per la settimana successiva!
“Alex
ma tu sei pazza! Io stavo scherzando!”
“Lo
so”, rispose ridendo, “ma è un'ottima idea e vedrai che non te
ne pentirai!”
Avrebbe
voluto strozzarla, ma più ci pensava e più le cresceva la voglia
di scappare da lì e andare in quel luogo meraviglioso.
“Va
bene”, disse dopo aver servito un cliente scorbutico e maleducato,
“mollo tutto e si parte!”
“Evviva!”,
gridò Alexandra e le due amiche si abbracciarono felici.
Come
da programma la settimana successiva salirono sul volo diretto alla
capitale, Antananarivo, pronte per lanciarsi alla scoperta dell'isola
e delle sue meraviglie.
Arrivarono
nel tardo pomeriggio e una volta raggiunto l'hotel ebbero giusto il
tempo di farsi una doccia veloce e di andare a cena, erano
stanchissime, ma felici e per il giorno dopo avevano un programma
ricchissimo.
“Domani
andiamo alla ricerca dei lemuri”, disse Lisa mentre stavano
rientrando nella loro camera.
“Non
vedo l'ora!”, rispose Alexandra, poi si buttò sul letto e si
addormentò come un sasso e vestita di tutto punto.
La
mattina seguente si svegliarono di buonora, si vestirono come
fossero delle esploratrici navigate e chiesero alla reception se ci
fosse disponibile una guida locale che le potesse accompagnare a
scoprire i luoghi più belli dell'isola.
Conobbero
quindi Sam, un ragazzino sveglio e sorridente, che quando le vide
sorrise ancora di più.
“Vogliamo
vedere i lemuri”, disse Lisa al ragazzo e lui rispose:
“Non
c'è problema!”
In
effetti la riserva naturale dove vivevano tutte le specie protette
dell'isola era uno spettacolo difficilmente descrivibile, erano ore
che camminavano tra i sentieri e la vegetazione fitta, ma di lemuri
neppure l'ombra.
“Avevi
detto “non c'è problema”, Sam... ma dove stanno questi
lemuri?”
Sam
alzò le spalle sorridendo, mica erano cagnolini i lemuri, si
nascondevano quando i turisti passavano.
Questa
spiegazione le deluse parecchio. Sam le lasciò un po' sole per
riposarsi sotto una palma del viaggiatore.
Mentre
stavano chiacchierando lamentandosi della mancanza dei lemuri, le
due ragazze udirono dei suoni soffocati e delle imprecazioni a bassa
voce provenire da un punto poco lontano da loro. Senza dire una
parola si avvicinarono restando però nascoste e videro due uomini
che stavano catturando un piccolo lemure con un sacco di iuta.
Fecero appena in tempo a rendersi conto di quello che stava
succedendo che già i due farabutti erano spariti.
Mamma
lemure uscì allo scoperto chiamando con gemiti da spezzare il cuore
il suo cucciolo, ma non c'era più nulla da fare.
Lisa
e Alexandra si guardarono e decisero che quell'ingiustizia ai loro
amici lemuri non si poteva perdonare quindi... scattarono
all'inseguimento del piccolo senza pensare al rischio che stavano
correndo.
“Sono
andati da quella parte!”, disse un ragazzo che probabilmente aveva
intuito qualcosa e si era unito a loro nell'inseguimento.
“Si
può sapere cos'avevano nel sacco?”, chiese l'amico del ragazzo
mentre correvano cercando di non inciampare nelle radici degli
alberi e nelle liane.
“Un
cucciolo di lemure!”, risposero Lisa e Alexandra in coro.
“Allora
dobbiamo prenderli e farli neri!”, risposero i ragazzi.
La
corsa ad un certo punto finì, erano finiti i sentieri... dei due
tipi non c'era traccia.
“Non
possono essere lontani”, disse Lisa.
“Sono
solo bravi a nascondersi, ma noi siamo in quattro e siamo più furbi
quindi...”, il ragazzo le sorrise, “a proposito, io sono Max e
lui è Peter.”
“Ciao
Max, ciao Peter... io sono Lisa e lei Alexandra...”
“E
siamo molto arrabbiate... dobbiamo salvare quel cucciolo!”,
Alexandra non voleva mollare.
“Aspettate,
state zitti... lo sentite anche voi?”
Un
rumore di avviamento di un motore, proveniva da dietro la roccia che
stava loro di fronte.
“Andiamo!”,
ordinò Max.
Uno
dei tipi stava alla guida di un camioncino che aveva come carico
molte gabbiette con dentro diverse specie di cuccioli.
Il
suo complice stava caricando le ultime gabbie e nessuno dei due si
era accorto di essere spiato.
“Tu
e Lisa state qui, io e Max andiamo a stenderli con un pugno!”,
disse Peter.
“Neanche
per sogno”, rispose Lisa, “noi ci occupiamo di uno e voi dell'altro...” e senza aspettare risposta si lanciarono contro
quello che stava facendo il carico.
Con
un bel calcio e una mossa imparata nel corso di difesa personale le
due ragazze riuscirono a buttare a terra l'uomo e gli si sedettero
sopra la schiena per immobilizzarlo.
Max
e Peter invece bloccarono il tipo alla guida, e con un pugno lo
tramortirono.
“Bel
colpo ragazzi!”, Sam era proprio lì davanti a loro e stava
saltellando sul posto come se avesse appena assistito alla scena di
un film.
“Si
può sapere cosa stai a fare lì impalato? Dacci una mano!”,
sbottò Lisa che aveva paura che il tipo sdraiato sotto di loro
potesse liberarsi.
“Nessun
problema”, rispose Sam, “polizia arriva tra poco!”
Infatti
dopo pochi minuti eccoli lì gli agenti della forestale che
ammanettati i bracconieri si congratularono con i quattro ragazzi.
“Non
male come primo giorno di vacanza!”, disse Lisa ridendo.
“Te
l'avevo detto che non te ne saresti pentita”, le rispose
Alexandra.
I
due ragazzi le guardarono come aspettandosi qualcosa: “Neppure
un grazie per noi? Eppure senza di noi vi sareste messe davvero nei
guai!”, si lamentarono.
“Questo
non è detto, ma comunque grazie per l'aiuto”, disse Alexandra,
“se volete potete unirvi a noi per la cena...”
Lisa
non poteva credere alle sue orecchie, certe volte Alexandra era
veramente invadente!
“Volevamo
infatti invitarvi... noi”, disse ridendo Max.
“Ma
visto che ci avete anticipato la richiesta... non possiamo che...
accettarla”, aggiunse Peter.
Le
ragazze ne furono felici e quelle vacanze furono davvero
indimenticabili, per tutti loro.
Lisa
e Alexandra, infatti, decisero di restare per un po' in quell'isola
da sogno, assieme a quelli che sarebbero diventati entro breve tempo
i loro mariti.
E
vissero tutti felici e contenti!