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domenica 8 settembre 2013

ALVIN E IL SUPER SURF TEAM di Arianna G.

Ciao, mi chiamo Arianna e la mia storia parla del surf, uno sport che mi piace molto. L'ho voluta scrivere per farvi divertire, almeno spero!





Siamo un gruppo di giornalisti e siamo qui per intervistare un giovane surfista che ha appena vinto il trofeo del Super Surf Team, meglio conosciuto come SST, che si è tenuto sull'isola di Acunamatata.

"Ehi, campione, come ti chiami?"
"Sono Alvin"
"Ciao Alvin, ci racconti com'è andata la tua gara e le sensazioni che hai provato?"
"Okay, vi racconterò tutto quello che è successo. Tutto cominciò quando il Signor McPee, l'organizzatore del Trofeo SST, con il suo yacht arrivò sull'isola per cercare qualche surfista in gamba che partecipasse alla gara. Aveva un'aria schifata, non voleva quasi mettere piedi a terra. Gli urlai qualcosa cercando di farmi notare, quando mi vide calò l'ancora e venne a riva con una piccola barca.
Sbarcò e mi chiese se sapessi surfare. Io, naturalmente, risposi “Certo!”, con il mio solito fare da gradasso.
Mi chiese di mostrargli quello che sapevo fare. Così, presi la mia tavola in cerca di un'onda da cavalcare. Ne presi una, era piccola, ma lo stesso fui travolto e caddi in acqua.
McPee vista la scena mi disse che ero una nullità e che non avrei mai potuto partecipare al suo prestigioso trofeo, ritornò senza perdere tempo sul suo yacht e ripartì.
Non potevo accettare il suo rifiuto, cercai di seguirlo con la mia tavola e quando si accorse di me, colpito dalla mia testardaggine, mi fece salire a bordo.
Ho avuto così l'occasione di conoscere molti altri surfisti. Jim era sicuramente il più sciocco, ma anche il più simpatico e diventammo subito buoni amici. Arrivati ad Acunamatata incontrammo tutti gli altri concorrenti. Uno in particolare, un certo Dark, era un bullo odioso che se la prendeva con i più piccoli e credeva di essere il Re del Surf.
Decisi di affrontarlo direttamente:
Ehi, amico, ma chi ti credi di essere?
Lui, impettito e infastidito dalle mie parole, mi sfidò per dimostrare che era lui il vero Re del Surf, trattandomi proprio come un pivellino. Accettai subito per orgoglio e ci demmo appuntamento al giorno della gara del trofeo SST, che si sarebbe tenuto la settimana dopo.
Quella sera cercai rifugio per la notte, in una capanna di legno abbandonata, poco distante dalla spiaggia.
Il giorno seguente mi cercai un pezzo di mare dove allenarmi in pace e tranquillità.
Trovai una spiaggia semideserta dove il mare arrivava con delle splendide onde. Lì incontrai Steve, un anziano signore che conosceva bene l'arte del surf perché da giovane era stato per anni il campione dell'isola.
Gli chiesi se poteva insegnarmi qualche trucco, darmi qualche consiglio, dopo avergli raccontato del mio battibecco del giorno prima con Dark. Mi rispose che conosceva bene la maleducazione di quel tipo e che mi avrebbe aiutato volentieri.
Presi la mia tavola, ma prima di avventurarmi in acqua chiesi a Steve se per caso ci fossero degli squali da quelle parti. Molto sarcasticamente mi rispose:
Sì, una volta all'anno arrivano per mangiarsi qualche surfista, ma ora non è ancora stagione!
Dopo una settimana di duro allenamento, io e Steve ci presentammo alla spiaggia centrale da dove sarebbe partito il Trofeo SST. Dark era già lì ad infastidire il povero Jim. Abbandonai la tavola e mi precipitai a difendere Jim. Dark finse di allontanarsi, ma quando vide che la mia tavola era rimasta incustodita pensò subito di vendicarsi cospargendola di olio che mi avrebbe impedito l'aderenza dei piedi durante la gara.
Steve che aveva assistito alla brutta mossa di Dark, non potendo ripulire la tavola, mi fece indossare delle scarpette di gomma che mi avrebbero aiutato a rimanere con i piedi incollati alla tavola anche se ancora unta.
Anche durante la gara Dark cercò di ostacolarmi, tagliando l'onda davanti a me o cercando in tutti i modi di farmi cadere. Restammo gli ultimi in gara, verso sera, e all'ennesimo tentativo di Dark di buttarmi giù dalla tavola ci avvicinammo troppo a degli scogli che affioravano dall'acqua.
Gli urlai di fare attenzione, ma Dark si girò di scatto e la punta di uno scoglio gli sembrò una pinna di squalo. Preso dal panico perse l'equilibrio e abbandonò la sua tavola nuotando velocemente verso riva.
Io, rimasi senza avversari che mi disturbavano così cercai di godermi le ultime onde. Erano alte e potenti, ma assolutamente le più entusiasmanti per le acrobazie di un surfista. Producevano dei tunnel che attraversavo impavidamente sfiorando l'acqua, e uscendo dall'altra parte come un vero campione sa fare, e dalla spiaggia tutti mi incitavano.
La sera ci fu una grande festa e mi incoronarono campione dell'SST.
Anche Dark si congratulò con me e divenne un buon amico per me e per Jim.
Ho deciso di restare sull'isola con Jim, Steve mi ha preso a lavorare con lui e costruiremo le più belle e veloci tavole da surf di tutta l'isola.
Questa è la mia avventura all'SST", conclude Alvin.

Noi appassionati non riusciamo ad interrompere questo avvincente racconto, lo ringraziamo per la bella storia che ci ha voluto lasciare e che non vediamo l'ora di pubblicare domani sul nostro giornale.

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