Siamo
un gruppo di giornalisti e siamo qui per intervistare un giovane
surfista che ha appena vinto il trofeo del Super Surf Team, meglio
conosciuto come SST, che si è tenuto sull'isola di Acunamatata.
"Ehi,
campione, come ti chiami?"
"Sono
Alvin"
"Ciao
Alvin, ci racconti com'è andata la tua gara e le sensazioni che hai
provato?"
"Okay,
vi racconterò tutto quello che è successo. Tutto cominciò quando
il Signor McPee, l'organizzatore del Trofeo SST, con il suo yacht
arrivò sull'isola per cercare qualche surfista in gamba che
partecipasse alla gara. Aveva un'aria schifata, non voleva quasi
mettere piedi a terra. Gli urlai qualcosa cercando di farmi notare,
quando mi vide calò l'ancora e venne a riva con una piccola barca.
Sbarcò
e mi chiese se sapessi surfare. Io, naturalmente, risposi “Certo!”,
con il mio solito fare da gradasso.
Mi
chiese di mostrargli quello che sapevo fare. Così, presi la mia
tavola in cerca di un'onda da cavalcare. Ne presi una, era piccola,
ma lo stesso fui travolto e caddi in acqua.
McPee
vista la scena mi disse che ero una nullità e che non avrei mai
potuto partecipare al suo prestigioso trofeo, ritornò senza perdere
tempo sul suo yacht e ripartì.
Non
potevo accettare il suo rifiuto, cercai di seguirlo con la mia tavola
e quando si accorse di me, colpito dalla mia testardaggine, mi fece
salire a bordo.
Ho
avuto così l'occasione di conoscere molti altri surfisti. Jim era
sicuramente il più sciocco, ma anche il più simpatico e diventammo
subito buoni amici. Arrivati ad Acunamatata incontrammo tutti gli
altri concorrenti. Uno in particolare, un certo Dark, era un bullo
odioso che se la prendeva con i più piccoli e credeva di essere il
Re del Surf.
Decisi
di affrontarlo direttamente:
Ehi,
amico, ma chi ti credi di essere?
Lui,
impettito e infastidito dalle mie parole, mi sfidò per dimostrare
che era lui il vero Re del Surf, trattandomi proprio come un
pivellino. Accettai subito per orgoglio e ci demmo appuntamento al
giorno della gara del trofeo SST, che si sarebbe tenuto la settimana
dopo.
Quella
sera cercai rifugio per la notte, in una capanna di legno
abbandonata, poco distante dalla spiaggia.
Il
giorno seguente mi cercai un pezzo di mare dove allenarmi in pace e
tranquillità.
Trovai
una spiaggia semideserta dove il mare arrivava con delle splendide
onde. Lì incontrai Steve, un anziano signore che conosceva bene
l'arte del surf perché da giovane era stato per anni il campione
dell'isola.
Gli
chiesi se poteva insegnarmi qualche trucco, darmi qualche consiglio,
dopo avergli raccontato del mio battibecco del giorno prima con Dark.
Mi rispose che conosceva bene la maleducazione di quel tipo e che mi
avrebbe aiutato volentieri.
Presi
la mia tavola, ma prima di avventurarmi in acqua chiesi a Steve se
per caso ci fossero degli squali da quelle parti. Molto
sarcasticamente mi rispose:
Sì,
una volta all'anno arrivano per mangiarsi qualche surfista, ma ora
non è ancora stagione!
Dopo
una settimana di duro allenamento, io e Steve ci presentammo alla
spiaggia centrale da dove sarebbe partito il Trofeo SST. Dark era già
lì ad infastidire il povero Jim. Abbandonai la tavola e mi
precipitai a difendere Jim. Dark finse di allontanarsi, ma quando
vide che la mia tavola era rimasta incustodita pensò subito di
vendicarsi cospargendola di olio che mi avrebbe impedito l'aderenza
dei piedi durante la gara.
Steve
che aveva assistito alla brutta mossa di Dark, non potendo ripulire
la tavola, mi fece indossare delle scarpette di gomma che mi
avrebbero aiutato a rimanere con i piedi incollati alla tavola anche
se ancora unta.
Anche
durante la gara Dark cercò di ostacolarmi, tagliando l'onda davanti
a me o cercando in tutti i modi di farmi cadere. Restammo gli ultimi
in gara, verso sera, e all'ennesimo tentativo di Dark di buttarmi giù
dalla tavola ci avvicinammo troppo a degli scogli che affioravano
dall'acqua.
Gli
urlai di fare attenzione, ma Dark si girò di scatto e la punta di
uno scoglio gli sembrò una pinna di squalo. Preso dal panico perse
l'equilibrio e abbandonò la sua tavola nuotando velocemente verso
riva.
Io,
rimasi senza avversari che mi disturbavano così cercai di godermi le
ultime onde. Erano alte e potenti, ma assolutamente le più
entusiasmanti per le acrobazie di un surfista. Producevano dei tunnel
che attraversavo impavidamente sfiorando l'acqua, e uscendo
dall'altra parte come un vero campione sa fare, e dalla spiaggia
tutti mi incitavano.
La
sera ci fu una grande festa e mi incoronarono campione dell'SST.
Anche
Dark si congratulò con me e divenne un buon amico per me e per Jim.
Ho
deciso di restare sull'isola con Jim, Steve mi ha preso a lavorare
con lui e costruiremo le più belle e veloci tavole da surf di tutta
l'isola.
Questa
è la mia avventura all'SST", conclude Alvin.
Noi
appassionati non riusciamo ad interrompere questo avvincente
racconto, lo ringraziamo per la bella storia che ci ha voluto
lasciare e che non vediamo l'ora di pubblicare domani sul nostro
giornale.
Nessun commento:
Posta un commento