BENVENUTI A TUTTI!

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Siamo la 2^ F della Scuola Media di Agnosine, in provincia di Brescia, e questo è il nostro blog! Lo abbiamo creato perché vogliamo condividere con altri ragazzi le nostre storie, le nostre riflessioni e le cose belle e brutte che ci capitano...

venerdì 23 agosto 2013

UNA VACANZA DISASTROSA di Alessia D.

Mi chiamo Alessia e il mio racconto parla di due amiche, Sara e Mary, che devono andare in Scozia per una vacanza, ma... succederà qualcosa di strano e... lo scoprirete solo leggendolo! 







Mary e Sara erano amiche per la pelle, fin da bambine, anche se erano davvero una all'opposto dell'altra, sia per aspetto fisico che per personalità e carattere.
Avevano, però, lo stesso sogno: vivere e lavorare insieme.
Quell'anno avevano appena dato gli esami di maturità e visto che lo avevano superato a pieni voti si erano guadagnate un bel regalo da parte dei loro genitori: un viaggio!
Erano piuttosto indecise sulla meta, Mary preferiva i luoghi esotici (anche se non aveva mai preso un aereo e l'idea di doversi spostare in quel modo le metteva un po' di angoscia), invece Sara amava visitare le capitali del mondo dove c'era sempre movimento e molte cose da vedere. Sara era solita viaggiare parecchio, i suoi genitori l'avevano portata con loro fin da piccola e questo le aveva permesso di sentirsi ovunque come a casa propria.
Per Mary era un bel sollievo sapere che Sara era un tipo sveglio e pratico, lei aveva sempre la testa tra le nuvole e si sentiva sempre un po' goffa e impacciata ogni volta che doveva affrontare una situazione nuova.
Dopo parecchie ore di chiacchiere e di idee scartate, le due amiche presero la loro decisione:
Mamma, papà... andremo in Scozia!” 
Sara ci era stata quando era troppo piccola per ricordarsela e Mary, ovviamente, l'aveva vista solo in fotografia quindi era un posto nuovo per entrambe. 
Ottima scelta, ragazze! Vedrete le highlands, i laghi, i fiumi, le isole, la capitale Edimburgo... e se siete fortunate, in un castello o nell'altro incontrerete anche i fantasmi!”
Sara fece un salto dalla gioia, Mary sgranò gli occhi sperando tanto che il padre di Sara stesse scherzando.

I preparativi furono molto veloci, tutto fu pronto in pochi giorni grazie alla capacità organizzativa dei genitori di Sara, e dopo le raccomandazioni del caso e un abbraccio forte i genitori di Mary lasciarono andare loro figlia e l'amica all'avventura.
Non senza un po' di preoccupazione, ovviamente.
Andrà tutto bene, signori Stefanelli”, li rassicurò Sara ed era così positiva e serena che quasi li convinse.
Mary la guardò fiduciosa, ma il pensiero di dover salire su quell'aereo le faceva tremare le gambe.
Dai, sistemati bene, mettiti comoda e rilassati!”, le disse Sara una volta raggiunti i loro posti a bordo. 
Sì, è una parola! E se cadiamo giù?2, rispose Mary bianca come un cadavere. 
Ma figurati! Ho volato centinaia di volte e non è mai successo niente!” 
Se ne sentono tante di catastrofi aeree, però... potrebbe capitare anche a noi...”, disse Mary a denti stretti. 
Bé, in effetti... è successo anche poche settimane fa sulla tratta Londra- Glasgow...”
L'uomo che stava di fianco a loro si era introdotto nel discorso delle due amiche, entrambe pensarono che era piuttosto maleducato da parte di un estraneo impicciarsi in una conversazione privata, specialmente per dire una cosa così orribile. 
Grazie mille, se se lo teneva per sé era meglio!”, sbottò Sara.
Mary le diede una gomitata, non perché avesse torto, ma non le sembrava il caso di iniziare una litigata proprio in quel momento.
L'uomo sorrise in segno di scuse. 
Sì, forse avete ragione, ad ogni modo io mi chiamo Marco”, tese loro la mano, ma nessuna delle due la strinse. Lui sorrise di nuovo e aprì il suo giornale.
A quel punto Mary si dimenticò di tutto, stavano per decollare. 
Non è andata mica male, vero?”, chiese Sara alla sua compagna di viaggio mentre l'aereo si stava bloccando sulla pista d'atterraggio di Londra. 
No, non male... anzi, mi è anche piaciuto, lo ammetto!”
Finalmente Mary sorrideva. 
Bene, mantieni il sorriso amica mia perché tra poco dobbiamo imbarcarci su quello diretto a Edimburgo...”
Mary se l'era dimenticato che c'era un cambio, ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma non poteva certo fermarsi a Londra.
Si alzarono dai loro posti, quel certo Marco le fece passare per prima e loro evitarono di dire grazie e anche arrivederci.
Appena messo piede nella sala d'aspetto il tipo si attaccò al cellulare: 
Logan, I just landed...2
Le ragazze lo superarono e se lo scordarono subito.

Erano decollati da un'ora circa, diretti a Edimburgo dove sarebbe iniziata davvero la loro vacanza, Sara stava facendo parole incrociate, mentre Mary stava sonnecchiando quando ad un tratto l'aereo cominciò a vibrare.
Sara alzò lo sguardo e cercò quello della hostess. Anche lei sembrava aver sentito... anzi, sembrava preoccupata.
Attese qualche secondo, la vibrazione stava aumentando.
Anche Mary a questo punto spalancò gli occhi e li puntò su Sara che per quanto facesse non riusciva a nascondere l'espressione tesa.
Cosa sta succedendo?”, le chiese Mary con un filo di voce. 
Non lo so, ma le hostess sono sparite...” 
Come sparite?” 
Staranno parlando col pilota per poi darci una spiegazione plausibile...”, azzardò una spiegazione Sara, senza troppa convinzione.
A quel punto l'aereo iniziò a perdere colpi, come se fosse sbattuto da una parte all'altra da una mano gigantesca.
Il panico ebbe la meglio, tutti i passeggeri iniziarono a urlare e le hostess cercavano di gridare ancora più forte: 
Mettetevi il paracadute che trovate sotto il sedile!”
Pochi le sentirono, ma Mary e Sara non se lo fecero dire due volte. Indossarono il paracadute e, chissà perché, forse per il panico, entrambe si misero lo zainetto sulle spalle.
Intanto l'aereo aveva iniziato a perdere quota. Le hostess urlarono: 
Portatevi accanto all'uscita in coda!”
Tutti cercarono di farlo, ma non tutti ci stavano riuscendo. Ad un certo punto lo sportellone si aprì e le hostess aiutarono uno ad uno i passeggeri a infilarsi il paracadute e a buttarsi. 
Tirate la corda appena siete fuori!”
Mary e Sara si guardarono atterrite, si accertarono di avere addosso il paracadute e la cordicella in mano, e si lanciarono nel vuoto.
Tirarono la cordicella nonostante l'impatto d'aria fosse stato tremendo e quando capirono che il loro paracadute si era aperto persero i sensi.

Si risvegliarono sospese tra i rami di un enorme faggio, doloranti e stordite, e impigliate tra le corde del paracadute.
Mary, Mary rispondimi!” 
Sì, ci sono... siamo ancora vive?” 
Credo di sì...”
Si guardarono attorno e videro un'enorme distesa di faggi, dall'alto. 
Dobbiamo scendere da qui... ce la fai?”, chiese Sara mentre stava armeggiando per liberarsi dagli intralci. 
Credo di avere un braccio rotto, oltre ad un sacco di botte ovunque...”, rispose Mary piagnucolando.
Accidenti! Aspetta che vengo ad aiutarti...” 
Tu stai bene?” 
Sì, mi sento frullata pure io, ma non ho niente di rotto.”
Mary ne fu sollevata, bastava lei a star male, in una situazione del genere era un miracolo sapersi vive.
In qualche modo riuscirono a scendere dal faggio, a sdraiarsi a terra e a cercare di capire come muoversi e cosa fare.
Non avevano idea di che fine avesse fatto l'aereo, il cielo era sgombro da fumo o da altro e non c'erano altri rumori se non quelli della natura. Era pomeriggio inoltrato, non avevano le forze per muoversi così Sara cercò di sistemare Mary in una posizione comoda e si diede da fare per preparare un giaciglio per la notte.
Non fu una notte serena, non serve dirlo, ma servì almeno per recuperare un po' le forze.
Appena sveglie recuperarono gli snacks che avevano negli zainetti e i succhi di frutta e fecero colazione. 
Forza mettiamoci in marcia, dobbiamo ritornare alla civiltà!”, disse Sara piena d'energia. 
Ok, capo!”, rispose Mary grata all'amica per essere così coraggiosa e forte.
Si misero in cammino e arrivarono dopo circa un'ora sulle sponde di un lago. C'era una barca ormeggiata in un piccolo molo, ma non c'era nessuno lì attorno. Sentirono un motore avvicinarsi e videro una jeep diretta proprio verso di loro. Per un attimo credettero che stesse per travolgerle, ma la jeep frenò a pochi metri e tra la polvere scese un tipo. Le ragazze si strinsero l'una all'altra, non aveva un bell'aspetto quell'uomo, le fissava in modo strano: 
Give me your bags! (Datemi i vostri zaini!)”, ordinò con voce roca. 
Non ci pensiamo nemmeno!”, rispose subito Sara, ma quello anziché fermarsi si avventò su di loro, le spinse a terra e si prese entrambi gli zaini buttandoli sul sedile del passeggero, poi le guardò torvo e risalì in auto e sgommò via.
Le ragazze erano senza parole. 
Ma chi cavolo era quello?”
Neanche finito di formulare la domanda sentirono una sirena e subito dopo videro un'auto della polizia che le stava raggiungendo. Frenò a pochi metri da loro, e loro indietreggiarono. 
Tutto bene ragazze?”, il poliziotto parlava italiano e aveva una faccia preoccupata. 
Sì, ci potete aiutare?”, chiese cautamente Mary.
Certo! Sono molte ore che vi stiamo cercando, mancavate solo voi all'appello...” 
Vuol dire che gli altri passeggeri sono sopravvissuti?” 
Sì, un vero miracolo... ma chi era quel tipo che si è fermato prima qui? Cosa voleva da voi? Una nostra volante lo sta aspettando sulla statale, lo prenderanno sicuramente...” 
Ci ha rubato gli zaini!”, urlò Sara al culmine della rabbia, ora che poteva smettere di preoccupasi per le loro sorti poteva almeno arrabbiarsi! 
Ok, ora vi portiamo in ospedale per controllare che tutto sia a posto...” 
No, non è tutto a posto, il mio braccio si deve essere rotto...”, fece notare Mary. 
Va bene, si prenderanno cura di voi, non vi agitate, è tutto finito.”
Sara e Mary non erano più agitate, erano solo stanche e avevano una gran voglia di tornare a casa. La loro vacanza finiva lì, poco ma sicuro.

Mentre erano in pronto soccorso e un'infermiera stava ingessando il braccio di Mary, l'agente che le aveva soccorse volle parlare con loro:
Conoscete per caso un certo Marco?”
Le due amiche aggrottarono la fronte e risposero insieme: 
Il cretino che c'era in aereo!”
L'agente ridacchiò: 
Bene, quel tipo vi ha messo un pacchetto con della refurtiva preziosa dentro agli zaini e quello che ve li ha rubati è stato spedito da lui per riprendersi il malloppo.” 
Davvero? E come ha fatto?”
Ci fu una lunga discussione attorno ai fatti accaduti che le tenne su di morale, l'avventura incredibile che avevano avuto aveva lati ancora più incredibili di quanto potessero immaginarsi.
Mentre stavano parlottando tra loro sentirono delle voci famigliari... 
Grazie al cielo siete sane e salve!”
I loro genitori, sollevati e commossi, erano volati fino a Edimburgo per ritrovarle attraversando ore di terrore e smarrimento. 
Tutto bene, papy... ho messo a frutto quello che mi hai insegnato tu e ce la siamo cavata!”, disse Sara raggiante. 
La prossima vacanza, però”, aggiunse Mary, “la facciamo in treno!”
E tra le risate generali la mamma di Mary sospirò: 
Tutto è bene ciò che finisce bene”, e diede un bacio sulla fronte alla sua bambina.


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